I miei ultimi passi incerti
incerti e lenti a San Galgano
hanno accompagnato i sogni,
il brontolio cupo del cielo
ci ammoniva facendosi nero,
dell’abbazia le ossa nude
parean più del solito cupe,
la loro insita magia abbagliava
gli sguardi dei nostri amici
giunti da Milano in Toscana.
Poi il brontolio in tuoni mutò
ed all’improvviso la pioggia
scese ampia ed affamata su noi,
scambiandoci per assetati tronchi,
corremmo alle macchine parcheggiate
in un affannato si salvi chi può!
San Galgano vecchio e astuto
ha ben celato il suo mistero…
meraviglia, luogo e versi… Ciao Emilio
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Hai ragione cara Daniela, San Galgano è magia pura! Un anno, sentimmo il Carmina Burana di Corff, e ti lascio immaginare come fosse densa di magia l’aria e l’ossigeno che si respirava!
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