Guardandoci alle spalle
tante croci di marmo
terre arate dall’amaro fato
il nostro tempo fugge come un topo
lasciando tracce di rappreso sudore
batte un martello in testa
segna il ritmo d’una amara festa
manca il respiro il vitale ossigeno
disarmati e fragili difronte ad egli
siamo formiche impazzite sotto la pioggia
un temporale d’acqua lurida e nera
uomini perduti su una terra in fiamme
che sul vuoto dell’universo appoggia
i cani del sole abbaiano al nulla
disperati cerchiamo un viso amico
con tratti amici e parola che ci culla.
Dietro e sopra di noi il silenzio.